Questo sarà un luogo ove scriveremo, più o meno a singhiozzo, i nostri pensieri riguardo un preciso tema: Videogames Come Sano Esercizio Mentale e Strumento di Apprendimento (tag: VCSEMSA ma siccome potrei rischiare di attirare l'attenzione di qualche cultista di Cthulhu, Nyarlatothep e grandi antichi vari e non vogliamo qualche divinità divoramondi sottocasa, evitiamo).
Inizio con la notizia, un po' vecchiotta ormai (Settembre 2012) dell'eroica scelta di GameStop di aprire i battenti al mercato retro. OH YEAH.
Retrogame non significa solamente grafica a quadratini, retrogaming indica le nostre radici in campo videoludico, la narrazione di quando la razza umana per fare un videogioco aveva pochi strumenti ed era costretta ad arrangiarsi e fare affidamento sulla creatività (cosa che, e parlo di cose pensate da molti, succede da un po' prevalentemente sulla scena Indie, e poco sui grandi prodotti di massa).
Suona drammatico, e lo è.
Guardare i videogiochi partendo dalla loro storia aiuta a comprendere un aspetto importante di questa forma di espressione : la validità artistica;
citando Duchamp (e citando anche Debora Ferrari, che lo cita a sua volta nell'articolo Neoludica: neologismo italiano neutro plurale, in apertura al catalogo della mostra omonima, biennale di Venezia 2011)
"L'arte è un gioco, e i giochi sono arte".
Qualcuno sicuramente avrà da ridire su Duchamp, ma trovo più istruttivo rimanere aperti a contributi culturali anche da pezzi di sanitari staccati e portati in mostra. Come primo step c'è da cambiare la domanda "Cos'è arte?" in
"Quand'è arte?".
Fatto questo passo c'è da notare che l'ingresso dei videogiochi nella "danza delle Muse" (cit. Ferrari) ha contribuito non poco a ravvivare il fuoco delle altre arti, portando nuovi spunti creativi ed emozionali (Distant Worlds li conoscete vero? Ma basta anche il pezzo The Moon per quanto riguarda la musica ad esempio). Quando una forma allo stesso tempo produttiva e culturale contribuisce in questa maniera alle arti che riconosciamo universalmente inizia ad esserci una spia. E' l'avvertimento che potrebbe valerne la pena dedicare un po' di tempo ad un bel videogioco alla stessa maniera in cui dedico il mio tempo ad una mostra, o ad album come Wish you were here, o a un bel mattone di millanta pagine.
Ho sonno ed è tardi, c'è molto da dire sulla domanda scritta in grassetto poco più in alto, e sicuramente ci sarà tempo per parlarne in futuro ("ma come, lanci la bomba e scappi? 'tacci tua!").
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CheerS,
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Marco
Y'AI 'NG'NGAH YOG-SOTHOTH H'EE-L'GEB F'AI THRODOG UAAAH